Giubileo delle Università. Incontro mondiale dei Rettori.

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Dal 7 all’11 settembre si è svolto il giubileo dei docenti universitari e dei Centri di ricerca e di alta formazione sul tema “Conoscenza e Misericordia”. Tale iniziativa è stata promossa dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica unitamente all’Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma e al Ministero Italiano per l’Università e la Ricerca. L’evento si colloca, quest’anno in maniera significativa, tra le manifestazioni previste per celebrare il Giubileo straordinario della Misericordia.

Nell’introduzione all’incontro con i Movimenti Mons. Zani, il Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, ha ricordato che l’incontro poteva diventare una occasione propizia per una valutazione del servizio che ogni realtà associativa porta avanti a livello spirituale/ecclesiale e a livello culturale e sociale per sviluppare nelle istituzioni accademiche la “terza missione” delle università sul rapporto tra “conoscenza e misericordia” e anche a livello accademico professionale. Questo ha stimolato le associazioni ad interrogarsi se sono in linea con quanto ci è stato consegnato dalla Costituzione Apostolica Ex corde Ecclesiae, pubblicata da san Giovanni Paolo II nel 1990 sulle università cattoliche, e che riguardano anche per le università in generale.

Il giorno successivo Sua Eccellenza ha parlato sul nuovo sviluppo globale ovvero la “terza missione” dell’Università. Essa rimanda al Concilio Vaticano II che ha affidato all’educazione una dimensione sociale e universale. Ha sottolineato che Papa Francesco esorta tutte le istituzioni educative e accademiche a prendere in considerazione le grandi sfide del tempo presente, ad “uscire”, allargare gli orizzonti della razionalità per offrire le risposte adeguate. Dunque, a suo parere, la terza missione, per l’Università, che si deve confrontare con i profondi processi di cambiamento, richiede di sapersi misurare con le crisi e le sfide epocali della cultura attuale. Tutto ciò induce a sottolineare quanto sia urgente e strategico che l’università investa le migliori energie per poter prendere maggiormente coscienza della gravità dell’attuale contesto culturale e avviare, attraverso i percorsi accademici, processi formativi che sappiano aiutare effettivamente le giovani generazioni a crescere nella solidarietà, nella responsabilità e coinvolgerli per costruire il bene comune.

Nello stesso discorso, il Segretario del Dicastero ha indicato i principi, concernenti la realtà sociale, il che possono essere un punto di riferimento ricavati dall’esortazione Evangelii gaudium di Papa Francesco: che il tempo è superiore allo spazio, che significa dare priorità al tempo, avviando i processi aperti che generano nuove azioni e dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che li porteranno avanti; la realtà è più importante dell’idea, cioè non dimenticare che occorre misurarsi con la realtà delle persone e della società; il tutto è superiore alla parte, lo studio, il contatto con il sapere e la scienza, dovrebbero aiutare a superare l’ossessione delle cose particolari e limitate per allargare lo sguardo ad un bene più grande che può portare benefici a tutti. Ha indicato un approccio pedagogico che meglio di altri declina il polo positivo di queste dimensioni, ed è il Service Learning. Esso prevede che gli studenti sviluppino le proprie conoscenze e competenze attraverso un servizio solidale alla comunità. Rispetto al volontariato con cui condivide il valore della gratuità, il Service Learning collega strettamente il servizio agli apprendimenti disciplinari, che nell’azione pratica possono essere appresi meglio e più in profondità. In questo modo il Service Learning dà priorità al tempo, investe nei processi temporali perché considera l’educazione un atto di speranza proiettata nel futuro; si confronta continuamente e dialoga con la realtà, fornendo occasioni per migliorarla; educa alla totalità, schiudendosi al mistero della trascendenza e alle necessità degli altri.

Infine, il Prefetto della Congregazione, il Card. Giuseppe Versaldi, nella sua omelia, pronunciata nella summenzionata occasione, ha ribadito che non bastano la scienza e il ruolo di autorità istituzionale per costruire un ambiente veramente formativo, una comunità in cui vige la logica dell’amore e della misericordia per conoscere; occorre capire e accompagnare le persone che si rivolgono a noi e guidarle verso la piena verità ed il bene integrale delle persone e della società. Lo spirito di servizio non cancella la differenza dei ruoli, ma capovolge il criterio dell’azione per cui chi più ha ricevuto maggiormente deve dare con quella gratuità di cui parla S .Paolo. Il Cardinale ha sottolineato che il ministero dell’insegnamento, dell’educazione, non è mai stato facile, e non lo è specialmente ai nostri giorni. Parlando così non si riferiva solamente alla fatica dell’apprendimento e dell’aggiornamento necessario per ogni docente, quanto piuttosto alla difficoltà nello stabilire e mantenere le relazioni personali. Secondo lui, la cultura moderna e post-moderna ha reso ancor più difficile questo rapporto educativo, che va sempre purificato da ogni autoritarismo, ma che non può essere cancellato in nome di una uguaglianza che priva i soggetti più deboli di vere guide che li aiutino a crescere e maturare.
 

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